Quando si parla di Osteoporosi

Quando si parla di osteoporosi, spesso si fa confusione con altre affezioni dell’osso come l’artrosi o l’artrite. Ma di cosa si tratta in realtà? L’osteoporosi è una patologia caratterizzata sia da una riduzione qualitativa, quindi della macro e della micro-architettura dell’osso, sia da una riduzione quantitativa, ovvero della sua massa. In cosa si traduce tutto questo? Esattamente in un aumento della fragilità dell’osso stesso che così può fratturarsi anche a seguito di traumi di scarsa intensità.

In Italia si stima che circa 3.5 milioni di donne e 1milione di uomini ne siano affetti; mentre le fratture (femorali o vertebrali) sono circa 250000 ogni anno.

Nonostante l’enorme impatto che questa patologia abbia nel nostro Paese, troppo spesso si arriva ad una diagnosi tardiva, laddove fratture, prevalentemente vertebrali, sono già avvenute e hanno già compromesso la funzionalità della colonna vertebrale.

La familiarità per tale patologia svolge un ruolo fondamentale, ma ugualmente importante sono una serie di fattori di rischio “inconsapevoli”, tra cui banalmente un’inadeguata dieta a basso contenuto di calcio e una scarsa o nulla attività fisica.

Ecco perché è di fondamentale importanza una corretta prevenzione che può essere rivolta a tutte le donne in menopausa o con forte familiarità e a uomini e donne che presentino fattori di rischio come ad esempio patologie gastro-intestinali con conseguente malassorbimento, malattie renali o diabete, malattie autoimmuni, tumori prostatici in trattamento e malattie ematologiche.

Dolore Cronico

A chi di noi non è mai capitato di dire o sentire frasi del tipo “ormai con questo dolore c’ho fatto l’abitudine”, oppure “le ho provate tutte, non mi fa effetto niente”.

Sono proprio queste sensazioni che caratterizzano spesso i pazienti che soffrono di un dolore cronico. Tuttavia, molto spesso ci si dimentica che il dolore è qualcosa contro cui bisogna pretendere di lottare ed avere alla fine successo. Le armi a nostro favore sono tante, spesso poco conosciute o scarsamente utilizzate nella giusta posologia e nel corretto principio attivo; per non parlare inoltre del supporto fisiokinesioterapico, complementare alla terapia medica. Per combattere questa battaglia, bisogna quindi solo utilizzare la giusta combinazione che permetta la risoluzione della sintomatologia algica. Troppo spesso, purtroppo, si assiste invece ad un abuso in cronico dei noti farmaci antinfiammatori, eccellenti per la cura del dolore acuto, ma da usare con molta cautela e con razionalità nel dolore che si prolunga nel tempo per evitare i drammatici effetti in particolar modo sull’apparato cardiovascolare e renale.

La terapia del dolore è dunque una risorsa a cui tutti i pazienti devono poter accedere senza dover mai rinunciare, quindi, alla loro qualità di vita.