Quando si parla di osteoporosi, spesso si fa confusione con altre affezioni dell’osso come l’artrosi o l’artrite. Ma di cosa si tratta in realtà? L’osteoporosi è una patologia caratterizzata sia da una riduzione qualitativa, quindi della macro e della micro-architettura dell’osso, sia da una riduzione quantitativa, ovvero della sua massa. In cosa si traduce tutto questo? Esattamente in un aumento della fragilità dell’osso stesso che così può fratturarsi anche a seguito di traumi di scarsa intensità.
In Italia si stima che circa 3.5 milioni di donne e 1milione di uomini ne siano affetti; mentre le fratture (femorali o vertebrali) sono circa 250000 ogni anno.
Nonostante l’enorme impatto che questa patologia abbia nel nostro Paese, troppo spesso si arriva ad una diagnosi tardiva, laddove fratture, prevalentemente vertebrali, sono già avvenute e hanno già compromesso la funzionalità della colonna vertebrale.
La familiarità per tale patologia svolge un ruolo fondamentale, ma ugualmente importante sono una serie di fattori di rischio “inconsapevoli”, tra cui banalmente un’inadeguata dieta a basso contenuto di calcio e una scarsa o nulla attività fisica.
Ecco perché è di fondamentale importanza una corretta prevenzione che può essere rivolta a tutte le donne in menopausa o con forte familiarità e a uomini e donne che presentino fattori di rischio come ad esempio patologie gastro-intestinali con conseguente malassorbimento, malattie renali o diabete, malattie autoimmuni, tumori prostatici in trattamento e malattie ematologiche.